Da Radio-Bivacco “8

COME TEX…..  La fiamma è più viva che mai qui al bivacco del Bear’s Garage ed è un vero piacere ritrovarvi qui alla luce dei nostri sogni e delle nostre passioni.

Si tratta di passione, matta e incontenibile come tutte quelle vere, quando dalle parti di Udine nei primi anni 70 un ragazzino tortura il Piaggio “Ciao” dello zio, demolendolo nei campi dove corre all’impazzata. Il papà decide quindi di regalargli la sua prima moto: una Gori 50. Nessuno di noi ha mai potuto ringraziare abbastanza quel papà. Il ragazzino, che ha imparato a guidare da solo  e che da autodidatta si iscrive alle prime gare di quella che ancora si chiama “Regolarità”, segnerà un’epoca e regalerà al suo Paese grandi soddisfazioni.

Il 5 dicembre 1962 a Udine nasce Edi Orioli, che già dalla fine degli anni 70 fa parlare di se nei campionati di Regolarità, prima di partire alla conquista dell’Africa in età matura, dove si calcola che abbia percorso 220.000 km in gara… nonostante avesse un contratto in tasca per correre nell’enduro, avendo già vinto anche il mondiale, il richiamo del deserto è irresistibile. Oltre ad altri numerosi successi, mi piace ricordare che con 3 marchi motociclistici diversi, Honda, Cagiva e Yamaha, ha vinto 4 Parigi-Dakar, dove vanta 11 partecipazioni consecutive senza mai ritirarsi e chiudendo quasi sempre tra i primi dieci e dove ha ben figurato anche in auto, altra sua grande passione.

Unico Italiano a riuscire in un’impresa simile e il primo italiano in assoluto a vincere la Parigi-Dakar. Edi Orioli ha la stoffa del grande rallysta:  oltre ad andare fortissimo dimostra di avere un grande capacità strategica e nei grandi rally è una qualità che fa la differenza. L’episodio più famoso e che forse lo rappresenta al meglio, è quasi romanzesco.

Una volta, in una tappa di 700km, è in testa e si accorge di essere sulla rotta sbagliata: occorre tornare indietro una trentina di km. Vede che a distanza due rivali lo inseguono e decide di nascondersi, aspetta il passaggio dei due e quando li vede sparire torna tutto solo verso la pista giusta.  Vincerà la tappa con 20 minuti di vantaggio. Avere quella lucidità, essere così freddo e molto sicuro di te non è cosa da tutti….cancellare le proprie tracce e nascondersi come un indiano è roba da Tex Willer!

In un’intervista ha dichiarato: ”lo credo in questo motto: il deserto esalta le cose più solide. Me lo disse un tuareg quando mi fermai dopo una lunga tappa. Vedendomi in moto mi chiese da dove e quando fossi partito: gli descrissi il percorso, quel giorno avevo percorso seicento chilometri. Mi chiese: “Com’è possibile? Io ci metto due settimane e mezzo, col cammello!” Quel tuareg mi ha fatto molto pensare.”

E’ stato anche un grande viaggiatore il nostro Edi; avendo l’avventura nel sangue quando era lontano dalle corse ha cercato lo svago con  i rally solitari nei deserti: nel 2000 la traversata del Tènèrè con la Transalp, nel 2001 l’Atacama nel nord del Cile. Poi la Mongolia, e infine la Transiberiana: da Bologna a Vladivostok con la ST4 Ducati, 14.000 km in tre settimane nel giugno del 2002. Per mettersi alla prova e tracciare una rotta: “Il viaggio per me deve essere interattivo. Quando parto devo vivere il territorio da viaggiatore e non da turista”.

Un grande pilota, un avventuriero, uno sportivo d’eccezione…di un personaggio così si potrebbe parlare fino all’alba, ma domattina si riparte ed è ora di chiudere la tenda. Mi nasconderò dai miei avversari e attraverserò il Ténéré in solitaria fino al traguardo …e mi risveglierò ancora una volta qui al Bivacco.

Buona strada,  dovunque stiate andando.

Rad Sherpa

Foto da; www.google.it

 

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