TRACCE PARALLELE
Il bivacco è calmo questa sera….l’aria è mite e c’è un bel silenzio. Si direbbe l’atmosfera perfetta per porsi domande esistenziali e filosofiche…..in effetti la mia mente non riesce a sottrarsi allo sforzo intellettuale e mi chiedo: Africa Eco Race o Dakar ?
Un dilemma quasi shakespeariano! Gli ultimi anni ci hanno messo davanti all’evoluzione dei rally raid, che per me trova la sua migliore rappresentazione in queste due gare di altissimo livello, ma che sembrano essere due tracce parallele che non si incontreranno mai. Guardare al futuro con l’attuale Dakar che viaggia tra i continenti, con il suo carrozzone super ufficiale di case e sponsor, oppure lanciare uno sguardo alla tradizione con l’ AER che ci offre ancora l’Africa e il fascino di una gara che segue i percorsi e lo spirito avventuriero di un tempo? L’AER è attualmente organizzata da chi quella gara l’ ha corsa tante volte, ha fatto parte della sua storia al punto che oggi tramanda quelle esperienze e quelle emozioni anche solo con la propria presenza sul campo; parliamo di gente come Hubert Auriol prima e renè Metge e Jean Louis Schlesser poi…. Veri signori delle sabbie africane che con grande esperienza hanno proposto un rally vecchia scuola: molta navigazione, moto anche bicilindriche e un taglio apparentemente rustico della manifestazione. Certamente non hanno una copertura mediatica paragonabile ai loro antagonisti e la gara, pur avendo un profilo tecnico altissimo, risulta priva dello sfavillare di mega sponsor e case ufficiali con team faraonici come succedeva negli anno d’oro della gara africana…ma il fascino di una moto bicilindrica che attraversa il Sahara, ancora oggi fa brillare gli occhi..
La Dakar di oggi, organizzata dalla ASO (Amaury Sport Organisation) una vera multinazionale dello sport, gode di un taglio ultra professionale e rappresenta l’apice degli eventi ralllystici mondiali. Guardare in televisione le immagini della corsa è una vera goduria: tutto è curato nei dettagli e la spettacolarizzazione di uomini, mezzi e paesaggi la fa da padrona. La ASO ha il merito di aver portato noi appassionati in giro per il mondo, infatti dopo aver lasciato l’Africa ci ha fatto conoscere il Sud America e quest’anno l’Arabia Saudita. Ma bisogna riconoscere che questo è sempre più un rally e sempre meno un raid…da spettatore si percepisce meno il fattore avventura che l’Africa ha in se, si vedono mezzi e piloti di ultima generazione, veloci e leggeri, macchine tecnicamente perfette ma il brivido di immedesimarsi nel pilota che non trova la traccia o che deve gestire un guaio meccanico si sente meno. Gli appassionati si sono divisi nel corso degli anni schierandosi per l’una o l’atra formula.
La mia indole mi porta a simpatizzare per l’Africa e per la gara vera: la Paris – Dakar da cui tutto ebbe inizio, quindi uomini e mezzi all’avventura secondo le regole dei veterani. Però non resisto al richiamo all inclusive della Dakar, alle squadre ufficiali e alla loro massima espressione tecnico-sportiva, così come apprezzo le immagini stupende di un’organizzazione mediatica professionale. Continuerò a godermele entrambe da appassionato goloso di sabbie quale sono…e chissà magari un giorno queste due tracce diventeranno una sola….
Buona strada, dovunque stiate andando.
Rad Sherpa
Foto da; Google.com