Da Dean a Shige………..

Dean Moon classe 1927, un Hot Rodder che ha dedicato la vita alla Produzione di componenti per le corse con scopo di rendere più sicuri i mezzi lanciati su laghi prosciugati e drag racing. Coinvolto sin da giovane nel retro del Moon Cafè  gestito dal padre ove una pista di kart ha esaltato la sua passione per i motori, fu  Membro fondatore della “Speed Equipment Manufacturers Association 1963” dedicando grande attenzione alla produzione di serbatoi, coppe ruote e altri componenti race in alluminio lucidato e cromato. Dean ha gestito questa storia piena di eventi e successi ottenuti con le sfavillanti vetture, rigorosamente in “Yellow-Moon” e piene di cromo fino al 1987 anno in cui Mr. Moon passò a miglior vita.

Dopo alcuni anni di attesa, il marchio dagli occhi più veloci del pianeta passa di mano a Mr. Shige Suganuma  da anni fedele importatore per il mercato Giapponese dei prodotti Moon Eyes. La sua capacità di riorganizzare e dare nuova vita al progetto di Mr. Moon, non si fanno attendere e oggi possiamo ammirare ed apprezzare tutta la gamma di prodotti, mezzi ed eventi gestiti ed organizzati da Mr. Shige e la sua Crew.

Yokohama Hot Rod Show, come dice Junior può apparire solo un acronimo per promuovere un evento ed invece è un luogo magico, ove da 28 anni il pianeta Moon Jp ospita le produzioni più Cool del pianeta terra  per un giorno. Oltre 250 espositori che presentano orgogliosi i propri lavori a due e quattro ruote.  Le migliori produzioni custom vengono fotografate e filmate da migliaia di persone come opere d’ arte esposte in un grande museo, tutto questo in una cornice ben organizzata e tranquilla che ti ricorda di essere nel sol levante.

Presente sin dalle prime ore del mattino, Mr. Shige riceve i suoi ospiti e regala un sorriso a tutti, incrocia saluti e strette di mano ringraziando e rendendosi disponibile per uno scatto ricordo. Tanti gli ospiti Americani che si confrontano con i lavori precisi e maniacali dei Giapponesi, una Kultura che viene espressa anche nelle produzioni di abbigliamento, accessori e arte presentate alle due estremità del Pacifico Hall Yokohama “spazio espositivo di oltre 20.000 metri quadrati” pieno di Arte in movimento.

A rappresentare l’ Italia la redazione di LowRide con l’ iconico storico Giuseppe Roncen, l’ Amico Fabrizio di 70’s Helmets  con le produzioni dei preziosi caschi e l’ Amico Blaster, Artista Kustom noto in tutto il mondo. Visitatori da ogni angolo del globo hanno condiviso una giornata indimenticabile, trascorsa tra migliaia di Hot Wheels multicolori e una Convention Vans che hanno mostrato la fantasia degli Artisti intervenuti. Ma le sorprese al pianeta Moon non finiscono mai ed ecco che il generoso Shige invita tutti la sera dopo al Moon Area 1 dove con un BBQ e Birra per tutti ci ha rapiti in questa “Disneyland” del Kustom aperta fino a notte fonda.

Un grazie a tutte le persone incontrate con le quali abbiamo condiviso una grande passione per questo inesauribile mondo.

Grazie a Mr. Shige Suganuma per la sua ospitalità.

Bear”34 e Junior

Foto di; Francesco Longo

 

 

 

Da Radio-Bivacco “8

COME TEX…..  La fiamma è più viva che mai qui al bivacco del Bear’s Garage ed è un vero piacere ritrovarvi qui alla luce dei nostri sogni e delle nostre passioni.

Si tratta di passione, matta e incontenibile come tutte quelle vere, quando dalle parti di Udine nei primi anni 70 un ragazzino tortura il Piaggio “Ciao” dello zio, demolendolo nei campi dove corre all’impazzata. Il papà decide quindi di regalargli la sua prima moto: una Gori 50. Nessuno di noi ha mai potuto ringraziare abbastanza quel papà. Il ragazzino, che ha imparato a guidare da solo  e che da autodidatta si iscrive alle prime gare di quella che ancora si chiama “Regolarità”, segnerà un’epoca e regalerà al suo Paese grandi soddisfazioni.

Il 5 dicembre 1962 a Udine nasce Edi Orioli, che già dalla fine degli anni 70 fa parlare di se nei campionati di Regolarità, prima di partire alla conquista dell’Africa in età matura, dove si calcola che abbia percorso 220.000 km in gara… nonostante avesse un contratto in tasca per correre nell’enduro, avendo già vinto anche il mondiale, il richiamo del deserto è irresistibile. Oltre ad altri numerosi successi, mi piace ricordare che con 3 marchi motociclistici diversi, Honda, Cagiva e Yamaha, ha vinto 4 Parigi-Dakar, dove vanta 11 partecipazioni consecutive senza mai ritirarsi e chiudendo quasi sempre tra i primi dieci e dove ha ben figurato anche in auto, altra sua grande passione.

Unico Italiano a riuscire in un’impresa simile e il primo italiano in assoluto a vincere la Parigi-Dakar. Edi Orioli ha la stoffa del grande rallysta:  oltre ad andare fortissimo dimostra di avere un grande capacità strategica e nei grandi rally è una qualità che fa la differenza. L’episodio più famoso e che forse lo rappresenta al meglio, è quasi romanzesco.

Una volta, in una tappa di 700km, è in testa e si accorge di essere sulla rotta sbagliata: occorre tornare indietro una trentina di km. Vede che a distanza due rivali lo inseguono e decide di nascondersi, aspetta il passaggio dei due e quando li vede sparire torna tutto solo verso la pista giusta.  Vincerà la tappa con 20 minuti di vantaggio. Avere quella lucidità, essere così freddo e molto sicuro di te non è cosa da tutti….cancellare le proprie tracce e nascondersi come un indiano è roba da Tex Willer!

In un’intervista ha dichiarato: ”lo credo in questo motto: il deserto esalta le cose più solide. Me lo disse un tuareg quando mi fermai dopo una lunga tappa. Vedendomi in moto mi chiese da dove e quando fossi partito: gli descrissi il percorso, quel giorno avevo percorso seicento chilometri. Mi chiese: “Com’è possibile? Io ci metto due settimane e mezzo, col cammello!” Quel tuareg mi ha fatto molto pensare.”

E’ stato anche un grande viaggiatore il nostro Edi; avendo l’avventura nel sangue quando era lontano dalle corse ha cercato lo svago con  i rally solitari nei deserti: nel 2000 la traversata del Tènèrè con la Transalp, nel 2001 l’Atacama nel nord del Cile. Poi la Mongolia, e infine la Transiberiana: da Bologna a Vladivostok con la ST4 Ducati, 14.000 km in tre settimane nel giugno del 2002. Per mettersi alla prova e tracciare una rotta: “Il viaggio per me deve essere interattivo. Quando parto devo vivere il territorio da viaggiatore e non da turista”.

Un grande pilota, un avventuriero, uno sportivo d’eccezione…di un personaggio così si potrebbe parlare fino all’alba, ma domattina si riparte ed è ora di chiudere la tenda. Mi nasconderò dai miei avversari e attraverserò il Ténéré in solitaria fino al traguardo …e mi risveglierò ancora una volta qui al Bivacco.

Buona strada,  dovunque stiate andando.

Rad Sherpa

Foto da; www.google.it

 

Kustom ad Abu Dhabi……

Il Kustom “atterra” ad Abu Dhabi, e lo farà il 30 novembre prossimo in occasione del’ asta organizzata da RM Sotherys. L’ US Car che rappresenterà il Kustom a questo evento è una splendida Chevrolet DeLuxe del 1951, un progetto realizzato nei primi anni 2000 e che ha raccolto riconoscimenti  e premi nei più importanti Car Show degli USA, “Chopped and Dropped”,  “Goodguys Southwest Nationals” e “Grand National Roadster Show 2011” giusto per citarne alcuni.

Il progetto di questa Lead Sled prevede l ‘utilizzo di un telaio Camaro anno “72 ove alloggia un V8 GM350 con relativa trasmissione turbo 350, sospensioni tubolari e sicuri freni a disco. Della stilosa DeLuxe del “51 in effetti è rimasto ben poco e un lavoro incredibile eseguito sulle linee esterne ha trasformato l’ elegante Americana in una accattivante Kustom Car con linea pulita e priva di fronzoli, spigoli con un top chop di 7 pollici.

Complice l’ abbassamento del pianale, i fortunati passeggeri possono godersi il cruising comodamente su sedute color cuoio con cuciture incrociate old style molto eleganti. Scelto dalla psicadelica cartella colori di House of Color, la sexy Chevy è ricoperta di un colore Kandy Butterscotch  che esalta le linee della vettura. All’ interno una leva del cambio Lokar esibisce una scultura in puro stile Kustom all’ estremità  e un impianto stereo di livello, fanno bella vista di se assieme agli strumenti scelti dalla produzione Dolphin.

Un giro di chiave e il V8 risponde “presente” con una voce minacciosa trasmessa dagli scarichi Flow Master e…………., con un pieno di super la Chevy è pronta ad affrontare le levigate strade di Abu Dhabi.

Bear”34

Foto da Google.com