Foto da; www.mooneyesusa.com
Categoria: Auto
14/B…………..
Studebaker “37 By Shaun…….
La storia di questo Pick Up Studebaker del “37 inizia nel paese di Indianola nel rurale stato dell’ Iowa, ove un fienile come tanti è stato casa dal 1996 per quello che sarà il candidato perfetto per un progetto come questo. Lo trova Shaun appassionato del marchio Studebaker che lo porta a San Diego ove vive. Dopo alcune valutazioni i lavori iniziano e il risultato è quello che possiamo apprezzare nelle foto di Mike Christensen. Per prima cosa Shaun smonta completamente il Pick Up e consegna il telaio allo specialista di assetti Dave Chappelle, quest’ ultimo modifica e rinforza i punti fondamentali del mezzo che risulterà più sicuro e funzionale della versione del “37. Un kit pneumatico AccurAir permette ora allo Studebaker di “sdraiarsi o sollevarsi” in più posizioni di assetto.
Con un telaio pronto e sicuro, Shaun deve scegliere un motore per questo progetto e lo vuole sovralimentato. Decide di rimanere in famiglia Studebaker, la scelta cade sullo splendido V8 di 5,8 litri datato 1964 donato da una GT Hawk. Questa scelta sembra la più naturale e consente al mezzo di mantenere un legame con quel periodo storico ove i motori Studebaker ben figuravano nelle prove comparative fatte con “Ford Thunderbird e Chevrolet Corvette”. Se sul motore le scelte potevano essere diverse, non lo era per il cambio, condiviso da tutti i costruttori degli anni 50 e 60 il Brog-Warner T-10 è ritenuto il miglio cambio utilizzabile per i V8 e Shaun ha continuato con questo abbinamento vincente.
Ora che la parte meccanica è definita e terminata, occorre decidere le linee dello Studebaker ed esaltare il livello di finitura del Pick-Up. Considerando le condizioni eccellenti del mezzo, si decide di non stravolgere troppo la linea anche se alcune modifiche ben integrate vengono apportate ai lamierati originali. Nel mondo custom spesso si vedono sparire cerniere, maniglie e dettagli nel tentativo di rendere più pulite e fluide le linee, una tendenza chiamata call-look. Per il suo Pick-Up, Shaun decide di mantenere i dettagli originali migliorandone la finitura ed eliminando solamente le cerniere esterne di porte e ribaltina del cassone, quest’ ultimo reso più elegante da un lavoro di curvatura eseguito in modo impeccabile da Nick Battaglia di “Loose Cannon Custom”.
Con cerchioni verniciati dello splendido verde del mezzo, coppe cromate “mini moon” e coperture a fascia bianca Firestone de-luxe, il Pick-Up di di Shaun si fa già apprezzare e rimane in attesa di un interno che risulterà splendido quanto tutto il resto. Affidato a Rex Copeman l’abitacolo viene allestito con pelle color tabacco, arricchito da un cruscotto che vede componenti di Packard “37 e Zephir del “41, ma tutti sembrano nati per appartenere a questo splendido Studebaker. Come ogni torta, anche questo Pick-Up ha la sua ciliegina e la identifichiamo nello splendido cassone, rinnovato con listoni in legno di noce ricoperti di una resina trasparente da rendere unico anche questo ultimo dettaglio. Con un tappo benzina degno delle gare di endurance, lo Studebaker è pronto per un pieno di gasoline e raggiungere i più importanti Car Show.
Bear”34
Foto di; Mike Christensen https://www.coolshotsphoto.com/
Da; https://www.fuelcurve.com/
Da; http://good-guys.com/news/
1939 Custom…….
Race Time……
Love-Ear-Art…..
Anderson “35
Jeepster Commando “21…..
Ricordare il passato per andare nel futuro, così potremmo interpretare lo studio di questo Concept di Jeep. In effetti la premiata linea di fuoristrada a stelle e strisce aveva nel proprio listino il Jeepster Commando già dal 1966 al 1973, con quel bronzo chiaro che trasmette il calore della sabbia presente sin dalla prima edizione. Brillante più che mai mira ad essere l’erede di quello che fu degno concorrente del Bronco di Ford e dello Scout di International per tutti gli anni 60 e 70.
Osservando la parte frontale, si apprezzano le sette feritoie grandi, alte e verticali per una griglia che vede incastonati fanali e frecce bianche, sopra il paraurti minimale in profilato a “C”. Con un colpo d’ occhio agli enormi pneumatici da 35 pollici montati su cerchioni dall’ effetto forgiato a cinque rombi, si arriva al bellissimo sportello piccolo, assimetrico e dalle cerniere a vista. Tutto tra due passaruota “nonfango” in tinta con il resto della carrozzerie del Jeepster. Maniglie cromate cosi come il piccolo telaio del deflettore e lo splendido roll bar che esce dagli interni mettendo in evidenza la finitura color avorio che spezza con una linea tutto il motivo della carrozzeria.
Prima di arrivare all’ interno uno sguardo al posteriore che risulta di una bellezza unica con la spondina inclinata e scritta jeep in rilievo, sotto il paraurti cromato riprende la soluzione dell’ anteriore mentre due fanali incassati fanno da cornice estrema nei due mezzi parafanghi. Il tutto molto alto e pensato per attacchi in fuoristrada molto angolati. Poche cose ma messe al punto giusto per un Jeepster che proprio nel suo interno diventa quasi sexy. In effetti un rivestimento in pelle rossa con modesti inserti in tessuto, rende elegante e decisamente attuale tutto l abitacolo. Il cruscotto prevede tutti i dispositivi di navigazione ed entertainment mentre un volante a tre razze e stikers vintage sul cruscotto urlano agli anni “60 con eleganza e nostalgia.
Poche sorprese per la meccanica che di fatto prevede tutto il carro e le trasmissioni arrivare dal “fratello” Rubicon, il muscoloso due litri da 340 cavalli in tandem a cambio e riduttori, toglierà dall’ imbarazzo il Jeepster nelle scampagnate su sabbia o roccia che si voglia. Noi del Bears Garage apprezziamo molto questo progetto perché esprime con linee classiche e finiture eleganti e moderne quello che è stato per mezzo secolo il puro spirito del fuori strada, senza eccessi, orpelli e mille diavolerie per la sopravvivenza anche perché……………. La sera è bello tornare al Bears Garage….
Bear”34.
Foto Da; https://uncrate.com/
Tom Medley……
La Felicità………..
Video da; YouTube