Foto da; www.racecom
Categoria: Musica
Tribute………..
Tributo al Maestro Arch. Ricardo Bofill Barcellona 1939-2022
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Grazie Maestro !!…..
Turning to crime ……
Durante il lockdown del 2020 – che speriamo sia anche l’ultimo – i Deep Purple, a riposo forzato causa posticipo di tutti i tour già pianificati, hanno deciso di registrare una dozzina di cover degli anni ’60 uscite poi su un disco il cui titolo, “Turning to crime” – ovvero “passare al crimine” – la dice lunga su come le 5 leggende la pensino riguardo la pubblicazione di brani non originali su disco. Per la produzione si sono come sempre affidati al veterano Bob Ezrin ed il risultato è sorprendente: 12 brani suonati magistralmente, che risaltano la classe cristallina della band, la sezione ritmica suona con precisione e fantasia, Don Airey e Steve Morse spadroneggiano con la loro solita perizia tecnica mai invadente, e anche Ian Gillan – seppur impegnato da brani non particolarmente problematici da eseguire per la sua ugola ultra settantenne – se la cava egregiamente interpretandoli come meglio non potrebbe.
Nel disco troviamo di tutto: dal Blues al Jazz delle big band, dallo Skiffle all’Hard Rock, dal Beat al Pop. Non starò qui ad elencare tutti i brani del disco, mi soffermerò solo su quelli che – a mio avviso – sono i più rappresentativi:
WHITE ROOM – grande classico dei Cream, riletto con una disinvoltura ed una classe da brividi;
SHAPES OF THINGS – interpretato nella prima parte come l’originale degli Yardbirds, per poi sfociare nell’assolo di chitarra che richiama la versione del 1983 di Gary Moore in cui suonava, manco a dirlo, Ian Paice;
CAUGHT IN THE ACT – medley in cui troviamo – sorpresa sorpresa – anche un tratto di Dazed and Confused degli Zeppelin.
In definitiva: un disco godibilissimo, un diamante che dimostra quanta voglia e passione abbiano ancora i magnifici veterani Purple nell’attesa di rivederli nuovamente on stage.
Beps the rocker
Foto da; www.google.com
Wood……..
NHRA-Museum……
L’Arte di Robbie Palmer…..
Quante volte al Bears Garage abbiamo parlato di “Arte in movimento” ?, parecchie ma mai come in questo caso la definizione è azzeccata, questo grazie al lavoro dell’ Amico Robbie residente a Northampton cittadina a nord-ovest di Londra. Nota per le fabbriche di fonderia, fornaci di mattoni e non meno importanti birrerie. Con tutte queste influenze, Robbie decide di realizzare per questo progetto, una serie di particolari utilizzando la tecnica della fusione in sabbia. Tecnica utilizzata per fondere prevalentemente sculture anche di grosse dimensioni, permette di ottenere risultati nei dettagli e nelle forme senza l’ obbligo di realizzare costosi stampi.
Ma apprezziamo assieme questo progetto e iniziamo dal modello donatore, una Triumph 6T Thunderbird ribattezzata “Dune”. Partendo dal telaio modificato nella parte posteriore si nota la semplicità delle linee, e il delta della coda rigida perfettamente in linea con il tubo sotto serbatoio. Trattandosi di un Chopper semplificato, tutte le predisposizioni, fori e piastrine varie vengono eliminate per lasciar spazio ad un molding ben fatto e ricoperto dal color pastello “By-Matt”.
Con due cerchioni da 19 pollici che Robbie rivernicia di nero lucido riallineandoli con raggi inox, la “Dune” è a terra pronta per ricevere l’ Arte che ha in mente Robbie. La lista degli oggetti da personalizzare è corta ma essenziale e prevede alluminio fuso in sabbia, partiamo dal serbatoio carburante “minimal” e realizzato in due pezzi magistralmente saldati e lucidati, passiamo a quello dell’ olio che si nasconde dietro al carburatore Amal serie giusta con dettaglio filtro chopper style. Entrambi i serbatoi, sono arricchiti da simbologie del deserto che Robbie ha inserito in ogni elemento. In un parafango posteriore che è un intreccio di raggi, linee fluide ove trova spazio i fanale sdoppiato come gemme in una corona, questo lascia scoperto gran parte del pneumatico serie Firestone che ritroviamo anche al’ anteriore.
Un paio di dettagli incredibili sono sempre realizzati da modello in argilla e fusione in sabbia, parliamo delle due pedane, del carter motore sinistro alettato, per finire alla manopola del gas con altro richiamo al pericolo del deserto e quindi della “Dune”. Un fanale a diamante donato da una Chevy anni “50 imprigionato tra le forcelle lucidate, genera la luce necessaria per le scorribande notturne nello Northamptonshire. Interessante sapere che l’ Amico Robbie Palmer è al suo secondo progetto e che tutta questa Arte è stata fusa nel suo cortile di casa. Questo a confermare che nei capanni migliori escono le moto più sexy…………
Bear”34
Grazie a Matt per la verniciatura: www.facebook.com/paintbymatt
Grazie a Joe pe le foto: www.instagram.com/joe__docker
Foto da; www.bikeexif.com
Wind………..
Ken, keith & Matt…..
Bello Kustom…….
Video da; YouTube.com