Da Radio-Bivacco “10

CICATRICI
Qualcuno ha scritto che “due ruote muovono l’anima”. Io dal canto mio non potrei vivere senza e spesso mi ritrovo a reinterpretare questa massima anche a pedali. Così, durante una calda pedalata estiva nel mio Salento, mi ritrovo a pensare a viaggi in terre lontane, sognare avventure estreme
alla scoperta di territori selvaggi, proprio come mi succedeva da bambino: potere delle due ruote! Sarà il caldo o l’allenamento scarso chissà…..ad un certo punto alzo lo sguardo e mi ritrovo nella savana africana. O almeno così sembra. La terra rosso intenso e le sterpaglie giallo ocra si alternano a pochi cespugli verde scuro. Pedalo perso nei miei pensieri in un’atmosfera surreale, in totale solitudine come non mi succedeva da tempo e mentre mi guardo attorno osservo i tantissimi alberi che mi circondano. Non sono Baobab come sembra, queste maestose piante davanti a me non sono i famosi alberi africani…ma ulivi!
Improvvisamente la ferita brucia. Avevo già visto gli uliveti del Salento distrutti dal batterio “Xylella”, ma questa volta il colpo è più duro. Non posso continuare, mi fermo, mi guardo intorno spaesato…immerso in questo paesaggio per me dolorosissimo che ha perso i suoi connotati. Gli
ulivi del Salento, quel mare verde-argento che caratterizzava l’entroterra peninsulare, non c’è più. E’ l’elaborazione di un lutto, una pedalata espiatoria. Proseguo tra questi fieri giganti vecchi di
secoli ormai secchi e sconfitti da un batterio per cui nessuno ha la cura, mi perdo in questo cimitero senza confini. Ogni albero è una cicatrice sulla terra rossa. La mia avventura continua, pedalata dopo pedalata, tra gli ulivi e in lontananza vedo un pastore col suo gregge. Mi avvicino e scambio due chiacchiere con lui mentre il suo cane bada alle pecore. L’uomo non è certamente un tipo loquace, c’era da aspettarselo, ma si illumina quando gli parlo degli ulivi. Mi spiega che c’è una specie di pianta, il “Leccino” che resiste al batterio e che in tanti hanno già iniziato a piantare nuovi alberi, nella speranza di ripopolare il territorio. Ci vorrà tempo e passione ma una speranza c’è! Quell’uomo mi ha dato un sollievo che non immagina, la naturalezza con cui mi ha detto che si sta ricominciando a coltivare nuove piante di ulivo mi ha ricordato da dove vengo: una terra protesa nel mare ma con radici forti e profonde, con un passato glorioso come i suoi ulivi che non ci sono più e un futuro da coltivare come gli ulivi nuovi. Sono fiducioso che i salentini sapranno farsi valere, nella loro storia hanno dato prova di grande generosità. Saluto e proseguo su questa pietraia…non è l’Assekrem ma mi ha fatto sognare e soffrire lo stesso, come ogni pedalata che si rispetti.
Buona strada, dovunque stiate andando.
Rad Sherpa
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Foto di; Rad Sherpa

“Sorelle” Inglesi a Ouerray ……..

Moto Inglesi. Belle, veloci, rumorose, inaffidabili, difficili e pericolose ma anche dannatamente sexy. Un argomento che da un secolo viene trattato seriamente e…….. all’ Atelier Chatokhine di Ouerray , direi molto seriamente.

Questa è una storia di quelle scritte da Uomini di passione che per amore e visione si legano ad un marchio, al quale dedicano anni di lavoro con un solo obbiettivo; riuscire nella sua proliferazione avendo cura delle meccaniche cercando ogni giorno di aumentarne efficacia e qualità. Interpreti di questa storia sono Roland Chatokhine pioniere dell’ officina e il figlio Franck che dal 2004 gestisce in seconda generazione l’ officina francese. Situata  nel paesino di Ouerray a sud ovest di Parigi, l’ officina Chatokhine è diventato un punto di riferimento per gli appassionati del marchio di Birmingham “BSA” e in particolar modo delle versioni “Lightning e Trackmaster”.

Il progetto presentato vede due BSA tributo agli anni “70 quando gli ovali polverosi ospitavano sfide epiche a colpi di traversi, fascino e bellezza iconica rimangono integre ma l’ idea di Franck e della sua crew è quella di rendere le due “Flat” utilizzabili nel traffico moderno con prestazioni e sicurezza. Motociclette costruite interamente e non utilizzando modelli datati si fanno ammirare nella sua bellezza e nella scelta dei dettagli tecnici molto interessanti e di qualità. Partiamo dai telai, realizzati da Co-Built “UK” hanno geometria a doppia culla, realizzati con saldature al tig, rinforzi mezzani e al canotto ed una splendida finitura cromata. Completano la ciclistica forcelle da 38 e ammortizzatori tutto Ceriani-Replica,  montati pneumatici Maxxis le “Sorelle” sono in piedi pronte ad ospitare il motore.

Qui la questione diventa ancor più seria e il 750 cc a valvole grosse fornisce alla Flat oltre 65 cavalli,  erogati con una coppia grintosa per una moto di soli 160 chilogrammi. Gli scarichi costruiti home made, sono corti e lasciano intravedere il bel lavoro svolto per integrare pinze freno di nuova generazione Brembo a mordere i dischi costruiti a disegno per questo progetto da Barnes. Con piastre lucidate, parafanghi cromati, fari classici e altri dettagli sapientemente inseriti, le “Sorelle Inglesi” sono pronte per un run, eleganti e performanti certe di non passare inosservate.

Complimenti alla crew dell’ Atelier Chatokhine di Ouerray da parte del Bears Garage, queste sono le moto che amiamo e che vorremmo vedere sulle strade.

Bear”34

Foto di;  David Marvier da; https://www.bikeexif.com/