- Everything is ready…………
Info; www.scta-bni.org
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Video da; YouTube.com
Santa Pod Raceway UK, per gli appassionati del Dragster un vero tempio della velocità bruciante. Sito a Nord di Londra, ospita i piloti più scattanti d’ Europa in un week end dal’ asfalto bollente. In calendario dal 12 al 14 Luglio 2019, al Santa Pod è tutto pronto per un evento fantastico a partire dal nome “Dragstalgia 2019”. Qui Auto, Hot Rod, Dragster e Moto si danno battaglia sul filo dei centesimi di secondo per quello spazio di 400 metri che vale come un volo sulla luna. In questa cornice un’ organizzazione impeccabile porta tutti i partecipanti in una sorta di “disneyland” ad alto contenuto di ottani.
Con sessioni valide per il Championship Drag Racing e Run What Ya Brung tutti in fila sullo streep con lanci regolari e divisi per categorie mettendo in evidenza tempi di reazione e di percorrenza. Sulla drag streep ogni elemento del team ha un ruolo ben preciso e la valutazione riguarda tutti, in effetti sono previsti premi ai team più efficienti, più “eleganti”, il mezzo più cool oltre che ai risultati legati al’ albero di natale che con le sue luci intermittenti fa salire le vibrazioni fino al’ esplosione legata alla luce verde.
Con il segnale verde i piloti partono come palle di cannone e senza respirare arrivano alla fine dei 400 metri ove il tabellone da risposta alla loro performance, spesso si accende sotto i 10 secondi. A rappresentare l’ Italia, l’ Amico del Bears Garage Luca Govoni da Massa Finalese (Mo) lancerà il suo Slingshot dal nome The Earthquake sui 400 metri più caldi di questo Week End. Assistito dalla competente ed affidabile Simona anche quest’ anno non vuole mancare a questo appuntamento. Come raccontato più volte da Luca, questo evento è un tuffo in un’ epoca ormai tramontata, un contest per Hot Rod, Concerti Live nelle serate da passare con gli Amici dei Box e con gli amanti del Vintage che con chicche trovate nei mercatini allestiti sperano di ricevere il premio dedicato a chi meglio esprime il periodo dagli anni “40.
A Luca un grande Good Luck !!! e tanto gas da dare come lui sa fare fino in fondo.
Con foto da http://www.santapod.co.uk un piccolo assaggio di questo evento che magari mettete in calendario per il 2020, sicuramente Luca sarà della partita.
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Il suo nome ricorda imprese belliche nel deserto Africano ma per questa Triumph la sabbia è quella della California, siamo a Santa Paula dove il maestro di classiche inglesi Mr. Hayden Roberts lavora nella sua officina la “Hello Engine”. Questo progetto ronzava nella mente di Roberts da qualche anno ma prevedeva rigorosamente l’utilizzo di componenti d’ annata e nessuna produzione moderna after market ed ora che tutti i tasselli erano disponibili Roberts si è chiuso in officina e quello che possiamo ammirare parla anni “50 e “60.
Presentata allo show Born Free 2019, questa “Volpe” è assemblata attorno ad un telaio Triumph TR6 del 1964 al quale Roberts ha portato qualche modifica che chiamerei “Desert Race” ovvero quelle modifiche che i piloti facevano per rinforzare e trovare una guida più agevole sui terreni accidentati dei deserti Californiani. Estese al forcellone, le modifiche di rinforzo si estendono anche agli ammortizzatori serie Girlings verde più robusti e lunghi degli originali, che assieme alle forcelle dalla forma anni 50 ma con accorgimenti “modded”, molle e boccole nuove hanno lo scopo di avere una guida più precisa nei lunghi traversi.
Questa ciclistica porta a terra la bella “Volpe” tramite due ruote prese in “prestito” da una BSA Goldstar del “60, scelta legata al fatto che la casa di Birmingham disponeva di ruote molto robuste rispetto alla concorrenza. Con pneumatici rari quanto la moto, un anteriore Avon Trials da 19 pollici si abbina al posteriore Avon Gripster da 18” che mostra tutta la forza nei minacciosi tacchetti, pronti per mordere la sabbia del deserto. Siamo arrivati al cuore della “Volpe” e la questione si fa seria, anno 1965, cilindrata 650 cc serie TR65, motore che di fatto in questa configurazione non è mai esistito. Roberts assembla il motore tagliando testate e saldando pezzi diversi senza perdere di vista la scelta dei componenti d’ annata che viene confermata della presenza di un magnete Lucas.
Sicuramente impresa non facile ma maledettamente affascinante quella di osare tanto, poco utilizzati anche per la difficoltà tecnica, il magnete Lucas prende posto nel motore con intento di starci per altri 50 anni perché come dice Roberts………. “Se funzionavano benissimo nei bombardieri lo faranno anche sulla motocicletta”. Le valvole Webco e i pistoni forgiati 10:1 si danno da fare e tramite i comandi Stelling e Camco la “Volpe” fa sentire la sua voce dagli scarichi liberi e sovrapposti Bud Ekins dei primi anni ’60. Con altri dettagli che potete scoprire nelle belle foto di Mr. Jesse Carmody, la “Volpe” è prona per farsi ammirare e correre con quella patina old style che non si può riprodurre se non utilizzando pezzi autentici e affascinanti ….. proprio come la Volpe del deserto di Roberts.
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Foto di; Jesse Carmody http://jessecarmody.com/
Foto da; http://www.bikeexif.com