La Capanna di Yves

Losanna Svizzera, 1967 nasce Yves Bèhar figlio di Cristine e Henry Bèhar. Ragazzo vivace e sveglio frequenta le scuole di disegno e design industriale prima nella sua Losanna CH e poi negli States all’Art Center College of Design di Pasadena Calif. Fin qui sembra la storia di tanti Designer di successo se non fosse che la carriera di Yves è diventata nel tempo a dir poco impressionante per successi e poliedricità, i marchi che hanno “bussato” al suo studio sono i più prestigiosi del mondo e solo per citarne due  MINI e Samsung  fanno parte della lunga lista….. “Vedi progetto Samsung The Frame”

Sul web e sulla stampa specializzata il nome di Yves è in testa a tutti ma a me la Capanna  per le tavole da surf piace talmente tanto da renderla pari ad una dimora per il Surfer perfetto. Nata come istallazione temporanea e contenere la propria collezione di tavole da surf e foto splendide, è diventato l’ oggetto del desiderio della Design Miami District 2015 dove manco a dirlo Yves ha ricevuto il premio “Design Miami Design Visionary Award” particolarmente importante considerando il livello dei suoi colleghi.

Realizzata in fogli di compensato e lastre di policarbonato a strati, la Capanna per le tavole è stata realizzata dallo studio “Deft Union” di Miami e come un relitto del mare affonda annullando l’ equilibrio statico di una normale costruzione. Come lo scheletro di un natante,  le nervature esterne diventano sul frontale una grande scansia dove oggetti rilasciati dal mare vengono inseriti a più livelli. In un minimalismo pieno di dettagli, la Capanna per le tavole si carica della luce del giorno e della notte racchiudendo alcune tra le più belle tavole mai realizzate. In questo luogo storie di onde, viaggi e avventure rinnovano la fantasia di Yves che come un oceano inesauribile propone onde di progetti ed idee a rinnovare il nostro stupore.

Grazie Yves !!

Bear”34

Info e foto dal web; Google.com

 

 

 

Sound Time………….

Cosa rende speciale una “Macchina del Tempo” Corum ?…….. Sicuramente tanti gli aggettivi utilizzabili ma per Mr. Jérôme Biard  (C. E.O. di Corum) la perfezione meccanica e l’ esclusività della serie Golden Bridge Rectangle è Arte pura e per la promozione di questa seria ha voluto come testimonial il musicista Maestro Joachim Horsley.

Il nome che per ignoranza non mi era noto, ha acceso la mia continua curiosità e alla ricerca lo stupore di un Artista incredibile mi ha dato risposta alla scelta di Mr. Biard. Compositore e musicista di livello mondiale, ha stravolto classici della musica e eseguito arrangiamenti per nomi come Michael Bublé, John Legend e Ben Folds solo per citarne alcuni ma…………. Torniamo alla meraviglia del Golden Bridge Rectangle, una “Macchina del Tempo” realizzata con dettagli mozzafiato con un livello di personalizzazione infinita tanto è che nel fondello in zaffiro i fortunati Clienti possono richiedere loghi, scritte, decori a personalizzare ulteriormente “se ci fosse bisogno” una “Macchina del Tempo” unica.

La versione testimonial del Maestro Joachim Horsley, vede inciso sul fondello in zaffiro alcuni dettagli della 7^ Sinfonia di beethoven e come precisato dal costruttore, è la prima volta in assoluto che il fondello della serie Golden Bridge viene inciso. Ora tanto per aggiungere l’effetto Wauuuu a questo progetto è stato coinvolto manco a dirlo un’ altro Maestro questa volta di scatole musicali….. Reuge CH, che ha realizzato un pianoforte a coda in miniatura dai dettagli perfetti e sovrapposto ad un carillon dal quale escono dolci melodie di Bach e Beethoven naturalmente arrangiate dal Maestro Joachim Horsley. Questo è il contenitore che ospita per la consegna al fortunato possessore di tanta Arte.

Ora lascio alle foto la conclusione dello stupore per questa preziosa “Macchina del Tempo” Golden Bridg a firma Corum.

Bear”34 

Info e foto da; www.corum-watches.com

 

WR.750 Clone di “Rudolf & Josef”………

La storia delle BMW serie WR750 “works racebikes” inizia a metà degli anni “20, suoi artefici sono Hr. Rudolf Schleicher e il suo fidato meccanico Hr.Josef Hopf. La particolarità che per quegli anni è vera “rivoluzione meccanica” è l’ inserimento di un compressore volumetrico in un motore con quelle geometrie impresa per nulla semplice.

Dopo qualche anno di prototipi, messa a punto al banco ed evoluzioni il momento dei record arriva e  il 19 settembre 1929 il Pilota Hr. Ernst Jakob Henne detiene il record di velocità sfrecciando a 216,75 km / h (134,68 mph). Da qui gli impegni di BMW per le moto da record si intensificano fino all’inizio del conflitto mondiale ove ogni risorsa passa alle esigenze belliche dal 1938 al 1944 anno in cui lo storico stabilimento venne raso al suolo dai bombardamenti degli alleati ma…….. quella è un’ altra storia.

2018, la storia si “ripete” e dal Museo BMW di Monaco di Baviera reparto BMW Group Classic, esce una nuova WR 750 Kompressor che trae in inganno anche i cultori del marchio più “incalliti” per bellezza e similitudine alla “sorella” del 1929. Si tratta di uno progetto di replica in tutte le sue parti bulloneria compresa. Vi starete domandando il senso di tale investimento, la risposta è molto semplice: Non vi sono BMW WR 750 disponibili al mondo e quindi l’ unica possibilità per il Collezionista Hr.  Jürgen Schwarzman era quella di costruire un clone della mitica e per farlo si è avvalso dei migliori tecnici disponibili al mondo. Per citare un nome Hr. Fred Jakobs, responsabile dell’archivio BMW Group Classic che ha fornito tutte le informazione a riguardo di materiali, dimensioni e altri dettagli che hanno reso questa WR 750 un vero capolavoro. Anche perchè i due modelli originali completi presenti in Germania “Uno al museo BMW, l’ altro al Deutsches Museum”, non sarebbero stati sufficienti a supporto del progetto in quanto negli anni le moto furono modificate per gare di fuoristrada e quindi diverse dalla “works racebikes” del Raider Ernst Jakob.

Parlare di questo progetto non basterebbe un intero blog ma……. Sono sicuro che presto un libro all’ altezza di questa impresa renderà felici lettori e collezionisti. Per ora osserviamo le splendide foto di Marc Holstein che ha avuto l’ occhio attento ai migliori dettagli.

Il mio pensiero ??….. Le classiche mi piacciono sempre tanto, questi progetti evocano l’ effetto Wauuuuu !!! ma per me che ho il Cuore sul Bonneville il massimo sarebbe vedere le bicilindriche Bavaresi ancora schierate per quel sogno che è il Record.

Bear”34

Da; http://www.bikeexif.com

Foto; Marc Holstein-http://www.marcholsteinphotos.com/